Senza risposte

Non trovo risposte, quelle no. Non ho neanche cercato, sarebbe inutile ormai. Tra i resti di ieri e i passi di oggi non vi sono i disegni che chiariscono, le icone dai tratti brevi e diretti o i diagrammi con frecce e sintesi, non vi sono neanche i punti di sospensione, le frasi da completare. Non c’è nulla, non c’è più nulla. E forse non è un male. Possedere risposte richiede tempo per sistemarle e condividerle con il vissuto già consumato, ormai sdrucito e rammendato, richiede la necessità di togliere via quei dubbi che ho coltivato da sempre, tutti gli “e se…” che odorano di mio, come la sciarpa che ti avevo prestato. Una risposta inclina la vita, gli sguardi da quella parte e una nuova direzione da prendere. E muri da seguire, porte ormai chiuse, le scarpe usate che stonano con i passi nuovi, che inciampano con i “ma” slacciati che, nonostante tutto, non ho voluto rimettere a posto.

Così non ho risposte, non più, ed è come muoversi al buio, allungare un braccio e stendere le dita cercando di toccare qualcosa, una parete o il legno di una porta, andare tentoni per riconoscere la propria voce e il proprio respiro, seguire una direzione perché ognuna è come le altre. Tutte uguali e silenziose, senza interruttori, solo pareti e porte da cercare.

Lo sai, non cerco risposte e tu mi cerchi senza domande, ti siedi con la paura di non farcela e stringi la mia mano nel buio. Le parole che rimbalzano non mi dicono più nulla, le rincorro con le dita ma comprendo che al di là del suono noto c’è ben altro, ci sono le mille vite non vissute e il timore di non trovare neanche l’unica vita vissuta. C’è un buio muto e una mano da stringere. Ma risposte no, quelle no.

Lascia un commento