I menù dell’agire consueto

Si scelgono gli ingredienti e si preparano, entra in scena il tagliere. Si cucina con le note già in testa, senza fretta, senza rancori e senza tempeste intorno. Si dispone la tavola con il poco che basta, un piatto, i bicchieri, le posate. Tavolo senza pretese, vecchio e vissuto. E il pane e l’acqua che già amoreggiano, e il vino che consola i pensieri molestati, il cibo che prende posto, poi l’olio, l’aceto, il pepe … La musica è presente e non sta in disparte, si rallegra e danza tra un sorso di vino e un boccone. E si dialoga con la tristezza, la curiosità, l’eleganza, il senso di sè, i sorrisi d’occhi, i racconti lontani, i sapori nuovi, lo stupore.
Mi sono compagni la solitudo e tutti i volti a venire. Cucino. Mangio. Vivo.

Piccola cena dell’anno che va via

108 – 1 gennaio 2022

Arrendevolezza d’occhi in risotto lieve al radicchio tardivo con capriole di salmone e scorze d’arance su inebrianza di prosecco.

Morbidezza d’intenti in shabu shabu di calamari su amplesso di pesto di basilico e salsa cruda di datterini con solletico di pinoli e menta.

Limpidezza di futuro anteriore in insalata sottile di spinaci, avocado, mela, carciofi e cuore di lattuga.

Delirio di pensieri in crema al cioccolato e amaretti.

L’acqua fresca di fonte dialoga silenziosa con il Prosecco di Valdobbiadene recitando i versi sparsi dell’agire consueto mentre l’amore ritrovato percorre le note di Bach andando incontro alle ore intonse del nuovo tempo.

Solitudo accompagnata, sorrisi d’anima e quietezza di gesti q.b.

Pranzo pacato del maggio ritrovato

107 – 3 maggio 2020

Pranzo pacato del maggio ritrovato

Brezza di mare in riso tranquillo alla pescatora e aromi speziati.

RItmi d’acqua in insalata sicula d’arance e finocchi.

Grani di sole in nespole agili dei pochi passi.

Amorevolezza di figlio in tiramisù dalle note delicate.

Si raccolgono storie liquide e dimenticate tra le intenzioni di un vino bianco di Sicilia e le speranze di un’acqua fresca di fonte mentre le note inglesi degli Smiths placano i pensieri di domani e i sorsi di moscato d’occidente.

Solitudo ordinata, aggettivi qualificatvi e luoghi da rivedere q.b.

Pranzo di chitarre per un amico

106 – 1 maggio 2020

Accordi in toni maggiori in tocchi di pollo con zucchine, radicchio e spezie dei pressi
Bandiere rosse in insalata di finocchi, arance e cipolla tenera alla maniera siciliana.
Risate d’amici in insalata di polpo speziato.
È un bianco di Sicilia che racconta all’acqua di fonte storie di viaggi, fotografie e batteria, e di un uomo generoso che ascolta e parla mentre le chitarre di 4 Way Street di CSN&Y cantano e ridono.
Solitudo amara ed incontri a venire q.b.

Pranzo verde e bianco della brevità allungata

105 – 21 aprile 2020

Pranzo verde e bianco della brevità allungata

Arrendevolezza di tempo in risotto agli asparagi selvatici e animosità di pecorino romano.
Intrecci di ricordi amorosi in insalata bianca di finocchio alle erbe del luogo.
Senza un pane smanioso l’acqua di fonte si adagia sui racconti ebbri di un vino bianco siciliano e raccoglie il tono pacato delle note verdi dei Daughter.
Solitudo resistente e brevità d’ombra q.b.

Pranzo largo degli spazi silenziosi

104 – 18 aprile 2020

Pranzo largo degli spazi silenziosi
Visione di piazza in antipasto marcato di ricotta fresca, pepato tenero e olive verdi in condimento locale.
Eleganza di vuoti in giovani rigatoni in cadenza vegetale di radicchio e zucchine con esaltazione di funghi e pecorino romano.
Lamento d’assenze in insalata alata di finocchi, radicchio e olive.
Il Cerasuolo di Vittoria, disconnesso dalle celebrazioni della vita online, offre spunti di divertimento all’acqua fresca e al pane di forno a pietra rilassato e incurante dei frastuoni del web. Le onde sonore dei Twenty One Pilots s’incrociano con i desideri e i pensieri peccaminosi.
Solitudo maestra e vastità d’intenti q.b.

Cena sola delle aspettative future

103 – 5 aprile 2020

Cena sola delle aspettative future

Ritorno in strada in tagliatelle con sugo di carne, zucchine, radicchio, pomodorini e spezie amiche

Incontro di volti in insalata allegra dal condimento sonoro.

Lezione colorata in crema pasticciera al bacio d’arancia.

È un Merlot pacato a raccontare storie di incontri e di sorrisi all’acqua di fonte e al pane di forno a pietra che ascoltano con occhi rapiti mentre il recente lungo brano di Bob Dylan riempie i vuoti e i silenzi.

Solitudo raccolta e sguardi in avanti q. b.

 

Pranzo calmo delle distanze quotidiane

102 – 29 marzo 2020

Pranzo calmo delle distanze quotidiane

Mivedinontisento in antipasto morbido di omelette agli asparagi selvatici e ciuffi di cavolfiore gratinati con barzellette di pecorino tenero.

Stoterminandoigiga in zuppa di fave e guanciale alle spezie nostrane.

Menomalechepossiamovederci in carciofi gratinati ripieni di pecorino e capperi. 

Quandocivedremociabbraceremoforte in delizia di crema pasticcera con carezze di fragole. 

Il cerasuolo di Vittoria padroneggia racconti di un tempo mentre l’acqua fresca di fonte e il pane misurano la distanza calma che li imprigiona da giorni facendosi consolare dalle note dei Baustelle che ascoltano insieme. Desideri d’altro e spezzoni di ricordi si raccolgono vicino al Moscato di Marsala che induce al sorriso. 

Solitudo matura, visione di film e mancanza di te q.b.

 

Pranzo cauto dello permanenza casalinga

101 – 23 marzo 2020

Pranzo cauto dello permanenza casalinga

Raccolta di sé in antipasto semplice di omelette alle erbe di campagna, provola del Casale e speck dei luoghi lontani.

Distanza da uomo in gnocchi di patate alla zucca gialla con applausi di spezie.

Speranza d’aria in insalata sicula di arance, finocchi e cipolla tenera. 

Conforto dolce in crema pasticcera agli amaretti. 

Il vino bianco di Sicilia elabora pensieri d’incontri con l’acqua fresca e il pane dei pressi e rassicura le idee e le preoccupazioni di un agire inconsueto e cauto, mentre le note libere dei Syd Matters si confondono con il tepore delle intenzioni custodite negli occhi. 

Solitudo di casa e parole d’altri q. b. 

 

Cena sospesa delle cose a venire

100 – 18 giugno 2019

Cena sospesa delle cose a venire

Germogli d’idee in doratura di frittura di fiori di zucca con scamorza e pepe.

Apprensione d’esame imminente in insalata di polpo al sapore mediterraneo.

Anelli di nuovi pensieri in frittura serale di calamari.

Freschezza di tempo in insalata di pomodori e cipolla di Tropea al condimento siciliano.

Assenza di noia molesta in nudità di fragole al brandy e menta.

Ci si muove senza fretta coperti dalle note solide dei Cure mentre l’acqua fresca di fonte si lascia incantare dalle parole di forno di un pane di casa e un bianco Colomba Platino sorseggia pensieri e sorrisi di ricordi mentre incontra il tempo e le cose a venire.

Solitudo bianca, pelle sfiorata e muri scavalcati q.b.

Cena corta della solitudine raccolta

099 – 27 aprile 2019

Cena corta della solitudine raccolta

Unicità di gesti in minestra di primavera leggermente speziata.

Assenze diffuse in patate e cipolle al forno con condimenti del luogo.

Amor di sé in crema bianca con inserti di cannella e cioccolato fondente.

L’acqua fresca di fonte ascolta meravigliata la storia solitaria del pane che fa ritorno, il rosso La Segreta raccoglie pensieri e silenzi e li mesce tra le intenzioni nuove al suono della voce di Vinicio Capossela.

Solitudo raccolta e silenzi attorno q.b.