Pranzo cauto dello permanenza casalinga

101 – 23 marzo 2020

Pranzo cauto dello permanenza casalinga

Raccolta di sé in antipasto semplice di omelette alle erbe di campagna, provola del Casale e speck dei luoghi lontani.

Distanza da uomo in gnocchi di patate alla zucca gialla con applausi di spezie.

Speranza d’aria in insalata sicula di arance, finocchi e cipolla tenera. 

Conforto dolce in crema pasticcera agli amaretti. 

Il vino bianco di Sicilia elabora pensieri d’incontri con l’acqua fresca e il pane dei pressi e rassicura le idee e le preoccupazioni di un agire inconsueto e cauto, mentre le note libere dei Syd Matters si confondono con il tepore delle intenzioni custodite negli occhi. 

Solitudo di casa e parole d’altri q. b. 

 

I menù dell’agire consueto

Si scelgono gli ingredienti e si preparano, entra in scena il tagliere. Si cucina con le note già in testa, senza fretta, senza rancori e senza tempeste intorno. Si dispone la tavola con il poco che basta, un piatto, i bicchieri, le posate. Tavolo senza pretese, vecchio e vissuto. E il pane e l’acqua che già amoreggiano, e il vino che consola i pensieri molestati, il cibo che prende posto, poi l’olio, l’aceto, il pepe … La musica è presente e non sta in disparte, si rallegra e danza tra un sorso di vino e un boccone. E si dialoga con la tristezza, la curiosità, l’eleganza, il senso di sè, i sorrisi d’occhi, i racconti lontani, i sapori nuovi, lo stupore.
Mi sono compagni la solitudo e tutti i volti a venire. Cucino. Mangio. Vivo.