I menù dell’agire consueto

Si scelgono gli ingredienti e si preparano, entra in scena il tagliere. Si cucina con le note già in testa, senza fretta, senza rancori e senza tempeste intorno. Si dispone la tavola con il poco che basta, un piatto, i bicchieri, le posate. Tavolo senza pretese, vecchio e vissuto. E il pane e l’acqua che già amoreggiano, e il vino che consola i pensieri molestati, il cibo che prende posto, poi l’olio, l’aceto, il pepe … La musica è presente e non sta in disparte, si rallegra e danza tra un sorso di vino e un boccone. E si dialoga con la tristezza, la curiosità, l’eleganza, il senso di sè, i sorrisi d’occhi, i racconti lontani, i sapori nuovi, lo stupore.
Mi sono compagni la solitudo e tutti i volti a venire. Cucino. Mangio. Vivo.

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