Piccola cena dell’anno che va via

108 – 1 gennaio 2022

Arrendevolezza d’occhi in risotto lieve al radicchio tardivo con capriole di salmone e scorze d’arance su inebrianza di prosecco.

Morbidezza d’intenti in shabu shabu di calamari su amplesso di pesto di basilico e salsa cruda di datterini con solletico di pinoli e menta.

Limpidezza di futuro anteriore in insalata sottile di spinaci, avocado, mela, carciofi e cuore di lattuga.

Delirio di pensieri in crema al cioccolato e amaretti.

L’acqua fresca di fonte dialoga silenziosa con il Prosecco di Valdobbiadene recitando i versi sparsi dell’agire consueto mentre l’amore ritrovato percorre le note di Bach andando incontro alle ore intonse del nuovo tempo.

Solitudo accompagnata, sorrisi d’anima e quietezza di gesti q.b.

Pranzo del tempo che non si coglie

083 – 19 febbraio 2018

Pranzo del tempo che non si coglie

Attesa d’occhi in antipasto disarmato di bresaola in olio e limone, tocchi nudi di parmigiano e loquacità iberica di vermut.
Lentezza d’esistenza in penne al forno con tremori di cavolfiore dei pressi e pensieri d’olive, pecorino e uva passa accarezzati da pangrattato tostato.
Residui di tempo trascorso in avocado semplice con voglie di olio, limone e pepe.
La tristezza dell’acqua priva degli occhi di un pane assente è raccolta e dissolta dai racconti senza tempo del prosecco di Conegliano Valdobbiadene mentre il tempo non colto s’arrampica sulle note progressive degli Yes.
Solitudo invernale e nuovi passi da non contare q.b.

Piccola cena limpida del cervello in fuga

081 – 14 agosto 2017

Piccola cena limpida del cervello in fuga

Fugacità di pensieri in pollo alle mandorle e zenzero con variante dai sapori mediterranei e biancore di riso basmati.

Assenza di radici in insalata di pomodoro e cipolla rossa di Tropea con inserti di trito aromatico dei passi brevi.

Allontanamento da sè in rosolio all’alloro delle mani che respirano.

Il pane di forno vicino s’immerge in dialoghi senza parole con l’acqua allegra e distante il tempo di uno sguardo, il prosecco di Valdobbiadene conserva la voglia di andare lontano in un’estate d’attese e fotografie in mostra, le note ondeggianti dei Cluster ricordano navi in partenza e cervelli in fuga.

Solitudo assestata, assenza di sale e volo d’aquila ferita q.b.

Pranzo del sorriso ritrovao

023 – 22 apr 15

Pranzo del sorriso ritrovato.
Negritudine di spaghetti in dolcezza nera di seppia.
Preziosità di odore di brace in tenerezza di triglie rosse.
Semplicità di insalata in condimento tenue.
Un Prosecco di Valdobbiadene colora il gusto lento del desinare sotto gli occhi compiacenti dell’acqua fresca di fonte e il mormorio del pane di forno a legna. La musica nota di Lou Reed mi riconosce e sorride agli odori di primavera. Solitudo confortata q.b.

Cena degli umori buoni

005 – 6 gen 15

Cena degli umori buoni.
Incontro in punta di stecchino di speck e ananas;
Delizia di maiorchino e ragusano in miele di castagno e peperoncino in marmellata toccante;
Circoli di salame brolese e
olive in tenerezza abrasiva;
Couscous al tocco di ragú di soia;
Prelibatezza di pollo in insalata di frutta e verdura;
Trittico di arance finocchi e cipolla ancora tenera;
Orgasmo di carote alla cannella;
Abbiamo a tavola il prosecco di Valdobbiadene, un rosso Vocante della verde Umbria e un Cerasuolo di Vittoria al suo massimo splendore. Dai pressi acqua e pane.
Musica, luci e carezze di candela