Mille anni

Abbiamo imparato a parlare mille e mille anni or sono, noi due, e ancor prima a disegnare e poi a cantare, abbiamo vinto e abbiamo perso, lottato con lance e archi e baionette e mitra, ci siamo seduti insieme ad ascoltare Bach e abbiamo ballato chiudendo gli occhi. Abbiamo cambiato lingua e mangiato il pane nuovo, acceso il fuoco e vegliato fino all’alba, abbiamo ceduto il passo al cavallo e dormito nelle grotte, abbiamo arato la terra umida e scritto lettere d’amore, noi due abbiamo guardato le stelle e dato loro un nome, abbiamo conosciuto i numeri arabi e letto le cifre romane, abbiamo dato da mangiare ai cani e sposato ideali rivoluzionari, e ci siamo abbracciati a lungo, in quel lungo pomeriggio di luglio.

E tutte le volte che sono rimasto solo ti ho letto nei libri che leggevo, ti ho disegnato con le nubi annoiate, ti ho chiamato con le parole che imparavo. Seduto senza tempo ti imparavo dal maestro che dettava e dalla luce che filtrava dalla finestra. Ti ho visto camminare per mille e mille anni, incedere a testa alta o nascosta accanto ai muri, ti aspettavo e tu eri lì ad aspettarmi, ti lasciavo e tu eri pronta a lasciarmi. Perché eravamo già stati sulla Luna, io e te, e avevamo capito la rotazione terrestre e l’eternità dell’aoristo e ridevamo al crepuscolo inventando la filosofia e la matematica.

Abbiamo imparato il silenzio, noi due, nel frastuono dei crateri che si aprivano e delle onde che infuriavano, abbiamo corso con i cervi e i giaguari e nuotato per miglia e miglia fra i delfini e volato tra le anatre per ripararci dal freddo. In silenzio abbiamo scricchiolato sul Perito Moreno quando il freddo non ti era nemico, in silenzio la tempesta di sabbia ci ha trascinato fra i granelli infuocati del Sahara quando il freddo ti era nemico. E tutte le volte che ti sei ritrovata sola mi hai cantato nel coro della recita e mi hai scritto nei tuoi quaderni neri, mi imparavi nei dispetti delle sorelle e nei divieti di tua madre, mi creavi nei pensieri della sera e mi distruggevi tra una birra e una nuotata.

Abbiamo imparato a parlare, noi due, mille e mille anni or sono, e ci siamo raccontati per mille e mille anni, abbiamo visto croci alzarsi e sciabole moncare teste scure, abbiamo spento i roghi e protetto i neri gatti, abbiamo parlato a lungo e a lungo ascoltato, abbiamo consumato la luce delle candele e viaggiato sulle tratte intercontinentali, abbiamo letto libri e notti e rotolato lungo il fumo delle tue sigarette. Ci siamo detti tutto, noi due, con le parole che cambiavano suono e con i segni che altri hanno tracciato, con le fotografie e con le lacrime. Per mille e mille anni.

Poi abbiamo smesso. Ci hanno visto in silenzio con gli occhi a riposo negli occhi dell’altro. Perché nessuna parola ci conteneva, perché non c’è più alcuna parola che possa contenerci.

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