Pranzo sorridente della pioggia muta

068 – 25 settembre 2016

Sorrisi di sè in bollito di manzo alla crema selvaggia di erbe e spezie con vocìo allegro di acetelli.

Rimembranze di altre piogge in serenità di breve insalata di lattuga e pomodoro.

Esagerazione sicula in persistenza di gusto di cannolo alla ricotta.

Chiusura d’intenti in liquore d’alloro delle mano che scrivono.

Il pane ancora caldo di forno a pietra racconta di nubi grigie e tenere al calice d’acqua di fonte vicina, il rosso di un Nero d’Avola s’imbeve di storie bagnate e silenziose portate da una pioggia muta e amica. Cadono sulla tavola, come gocce di pioggia sorridente, le note spesse dei Notwist.

Solitudo e pioggia di sè q.b.

Pranzo del rientro a terra

067 – 20 settembre 2016

Pranzo del rientro a terra

Semplicità d’intenti in zuppa di zucca lunga con patate, cipolle, festosità di pomodoro e spezie e bisbiglio di pecorino grattuggiato.

Discorsi sul sé in grigliata di melenzane alla menta e peperoni rossi al limone verde.

Sorrisi ritrovati in liquore all’alloro dei passi brevi.

La terra vicina accompagna il rosso del vino di Saro e l’acqua sorseggia le fresche parole del pane di casa, le note rauche di Janis Joplin accolgono il rientro a terra di un pensiero fragile.

Solitudo e chiusura d’occhi q.b.

I menù dell’agire consueto

Si scelgono gli ingredienti e si preparano, entra in scena il tagliere. Si cucina con le note già in testa, senza fretta, senza rancori e senza tempeste intorno. Si dispone la tavola con il poco che basta, un piatto, i bicchieri, le posate. Tavolo senza pretese, vecchio e vissuto. E il pane e l’acqua che già amoreggiano, e il vino che consola i pensieri molestati, il cibo che prende posto, poi l’olio, l’aceto, il pepe … La musica è presente e non sta in disparte, si rallegra e danza tra un sorso di vino e un boccone. E si dialoga con la tristezza, la curiosità, l’eleganza, il senso di sè, i sorrisi d’occhi, i racconti lontani, i sapori nuovi, lo stupore.
Mi sono compagni la solitudo e tutti i volti a venire. Cucino. Mangio. Vivo.

Pranzo del mormorio esistenziale

066 – 3 agosto 16

Pranzo del mormorio esistenziale

Ebbrezza di pollo in crema al marsala e indugio sottile di spezie assolate.
Rossore d’audacia in piccola insalata di pomodori con condimento di terre prossime.
Eleganza di sapori in peperoni in agrodolce con uva passa e tostatura serena di pangrattato.
Il vino rosso di una Sicilia stanca si adagia sugli sguardi freschi dell’acqua di fonte e il pane di solido forno a pietra racconta l’agosto che sonnecchia. Le note avide dei suoni attenti dei Japan s’insinuano tra pensieri e mormorii d’esistenza e di pause.
Solitudo di stelle e notti a venire q.b.

Pranzo delle terre liberate

065 – 21 luglio 16

Pranzo delle terre liberate

Euforia di gnocchi di casa all’incontro di porcellana e rucola con sorriso libero di pomodorino e peperoncino.
Rimasugli di sè in omelette allegra con salvia, rosmarino e delicatezza di porcellana.
Racconti estivi in piccola insalata caprese.
La leggerezza austera di un bianco Centopassi racconta di terre sottratte alla mafia a un’acqua di fonte fresca di sè e a un pane di casa sempre innamorato. Le note di Astor Piazzolla emergono e sommergono tristezze e pensieri scuri.
Solitudo protetta e ricordo d’abbracci q.b.

Cena del ricordo del sè

064 – 5 maggio 16

Cena del ricordo del sè

Arrendevolezza di verde in eleganza di trofie in dialogo di asparagi selvatici e spinaci con commenti di ricotta salata.
Biancore di ricordi in insalata colorata con ventata di feta e mela e condimento semplice.
Un rosso Merlot affila le lame del ricordo mentre il pane esangue di casa ascolta un racconto di amori svuotati dell’acqua di fonte. La musica dei Nouvelle Vague si diffonde ironica sui ricordi del sè sbiadito e addormenta i sogni.
Solitudo e finestre sul mare q.b.

Pranzo semplice del mare che non muore

063 – 17 aprile 16

Pranzo semplice del mare che non muore

Limpidezza di correnti marine in mescolanza di maccheroncini calabresi con tonno fresco, pomodorino siciliano e capperi dei pressi e carezze di spezie locali.
Orizzonti liberi in insalata mediterranea e incroci di culture assolate.
Il pane di forno a legna incontra la freschezza dell’acqua di fonte e ascolta i racconti salmastri di un bianco siciliano che ama i mari puliti.
La musica mai trivellata di Bach avvolge e ripara dalle brutture del mondo.
Solitudo calma e tuffi interiori q.b.

Pranzo delle storie vissute

062 – 13 aprile 16

Pranzo delle storie vissute

Apertura di sogni in peperoni arrostiti e sussurro di menta.
Racconti sommersi in recitazione di couscous alle verdure con scenografia di spezie su tormenti di patate e carote.
Scrittura di se in insalata mediterranea con citazioni di grecità in feta e olive e condimento dei luoghi amici.
Divertimento di fragole con scherzi d’arancia e menta.
L’acqua di fonte e il pane casareccio si raccontano i sogni della notte e un bianco grillo di Sicilia racconta di soli e di venti mentre le note raccolte di David Bowie disegnano spazi vaghi e lontani nel caldo estivo di una primavera capricciosa.
Solitudo sorridente, accordi di chitarra e storie da vivere q.b.

(Parte delle verdure utilizzate provengono dall’Orto dei Semplici del Liceo Regina Elena di Acireale)

Pranzo in C

061 – 3 aprile 16

Pranzo in C

Ouverture di note vive in lonza di maiale al marsala e all’arancia con accompagnamento empatico di spezie aromatiche.
Sicilianità assolata in insalata di limoni e menta al condimento dei luoghi amati.
Esaltazione di dolcezza in macedonia di kiwi e verde al peperoncino e rosolio d’alloro.
Il pane di forno a legna ascolta ammirato le note ripetitive e creative di “in C” di Terry Riley mentre l’acqua accenna una danza ritmata. Il bianco Planeta risveglia gusto e armonia, e una fresca spremuta di arancia chiude il concerto.
Solitudo, tepore d’aprile e voglia di suonare q.b.

Pranzo della calma apparente

060 – 24 marzo 16

Pranzo della calma apparente

Assenza di venti in groviglio di trofie fresche con carne di maiale, carciofi, pomodori secchi e pizzica di spezie.
Calma d’animo in raccoglimento d’insalata di verdure e mele con gocciolío di semi e condimento dei luoghi noti.
Delizia d’arancia dei pressi in spremuta profumata.
L’acqua di fonte annusa gli odori e i sorrisi di un pane di forno a pietra e un Cerasuolo di Vittoria allarga il suo rosso alle promesse di un sole che illumina e riscalda come le noti morbide di Vinicio Capossela.
Il verde intenso del rosolio all’alloro ripone speranze e riapre le porte.
Solitudo nascosta e vuoti a perdere q.b.